Finchè c’è un quarter, va tutto bene. Intervista a Icaro Nardi.
Foto: Federico Casella, Alberto Della Beffa Testi: Alberto Della BeffaIcaro ha una fotta che contagia un po’ tutti e lo skateboarding è solo una delle cose che gli tengono impegnato il cervello. Le onde e la costruzione degli skatepark sono l’altra fetta più rilevante. Tra il cantiere di un park e un tour, e filmando la sua nuova videopart, in uscita a breve, Albi e Icaro sono stati sempre assieme negli ultimi due anni, quindi ci è sembrato naturale che l’intervista fosse una conversazione tra loro due.
ADB Bella Fre, come va? Che fai in sto periodo?
IN Da dopo il tour del Marmo sono rimasto a casa e non sto facendo niente in particolare, in verità sto aspettando che mi richiamino a lavorare in qualche cantiere.
ADB Questi due anni di blocco mondiale dovuti alla pandemia direi che tutto sommato per noi non son stati troppo limitanti. Tu già nel primo lockdown ti sei dato da fare a casa tua con tuo padre e tuo fratello.
IN Sì, per me quel primo lockdown ha spaccato e penso che sia servito a tutti, ci ha dato tempo per fare delle cose che magari non avremmo mai fatto. Io e la mia famiglia abbiamo costruito una mini di legno nel giardino che abbiamo da anni ma che non avevamo mai sfruttato. Rampe di legno ne avevo già fatte e quindi sapevo già più o meno come fare. Costruirla è stato bellissimo e averla lì è davvero un sogno. Ogni tanto facciamo grigliate e session con gli amici e pure mio padre ogni tanto lo vedi che se la skatea anche da solo.
ADB Oltre ad aver costruito strutture in legno in questi ultimi anni hai fatto anche esperienza in cantieri di park di cemento. Con chi hai lavorato e dove?
IN La mia prima esperienza è stata quella della costruzione della bowl di Almese. L’abbiamo fatta nel 2017 con Nelzi (Paolo n.d.r.) e nonostante l’approccio bello diy il risultato raggiunto non è niente male. Poi dopo quella sono passati un po’ di anni e nel 2020, Daniele Lamanna, col quale tu già lavoravi da un po’, mi ha chiamato per unirmi alla squadra di costruzione del nuovo Zucka Park a Carmignano del Brenta. Quella è stata una super esperienza che mi ha insegnato molto e i locals (Fabietto, Marcaietta, il Gonz ecc.) spaccano troppo. Il terzo è poi stato, sempre con te, quello di Arenzano, a lavorare con gli Igno boys (Ignoramps n.d.r.) per fare un cantiere non molto grosso ma in poche persone, ed è stato bello peso. Subito dopo poi sono andato di nuovo a lavorare con Dani per Corbetta, dove in una settimana abbiamo fatto un intero park. Infine il mio ultimo è stato quello di Roma della World Cup dove c’eravamo quasi tutti a lavorare come i pazzi per due settimane per fare un lavoro che normalmente si farebbe in due mesi. Quella è stata davvero un’esperienza estrema ma tutto sommato mega interessante perché siamo stati fianco a fianco con un sacco di gente fortissima a lavorare il cemento.
ADB Come vedi questa nuova era dello skatepark building in Italia? Da nuove leve della scena dei costruttori cosa abbiamo da imparare?
IN Alla scena dei costruttori di park in Italia prima di tutto mancano soldi e mezzi perché lavoriamo spesso in condizioni limite. E a noi più di tutto serve tanta, tantissima pratica. Questo è un lavoro del quale puoi conoscere tutti i passaggi ma la differenza alla fine sta tutta nell’occhio e nella capacità di valutazione che maturi con l’esperienza. Gli stessi Mark Hubbard e Mark Scott quando hanno iniziato Burnside non sapevano cosa stavano facendo e andando avanti per tentativi son diventati i maestri. Per dire, a Roma c’erano Bill e Chavi di California Skateparks, che di park in giro ne avranno fatti centinaia, e le differenze più sconvolgenti rispetto a noi non erano tanto le migliori capacità organizzative o le più precise indicazioni sul processo quanto il loro tocco e il loro occhio.
ADB Avendo fatto entrambi, cosa preferisci, legno o cemento? Sia da costruire che da skaetare.
IN Bella domanda. In grandi linee puoi fare le stesse cose con entrambi ma i processi son diversissimi e solo in certi passaggi si ritrovano. Lavorare il cemento richiede anche conoscenze da falegname per quanto riguarda la preparazione dei casseri ma nella fase di getto permette delle approssimazioni maggiori perché si lavora con un materiale malleabile. Invece la costruzione di rampe in legno richiede più calcolo e precisione. Son due lavorazioni con tempi molto diversi ed entrambe belle a loro modo. Ma il cemento spacca perché ha una componente di freestyle su certe forme che è bellissima da fare. Per quanto riguarda lo skating finché c’è un quarter tutto va bene, frega del materiale di cui è fatto.
ADB A Roma dopo il cantiere più estenuante della nostra vita ci siamo fermati una settimana in più perché hai gasato i locals per gettare un nuovo quarter al loro diy.
IN Ponte della Musica best spot! Trovo che sia uno di quei luoghi utopici dove la gente può costruire a stecca senza che nessuno dica nulla. È un bel posto, una sorta di piazza dove la gente va a stare con gli amici, a bersi le birre, a skateare, a star bene. C’è questo progetto diy portato avanti dai ragazzi più grandi tipo Siraj che propongono strutture da realizzare alla cricca e dopo aver tirato su qualche soldo con collette varie lo realizzano. Per una scena skate riuscire a costruirsi i propri spot è una realizzazione fantastica. I ragazzi stanno pian piano imparando a lavorare il cemento e noi ci siamo fermati per dargli una mano e magari fargli capire meglio il processo. È stata n’esperienza davvero emozionante vedere tutta quella situazione di presa bene generale in cui tutti, ma davvero tutti, ragazzi, ragazze, bambini e genitori sono disposti e ci tengono a sbattersi e sporcarsi le mani per creare qualcosa che arricchisca quel luogo. Spero davvero che possano continuare così e non vedo l’ora di tornarci per dare una mano. Dopo l’esperienza estrema del cantiere al Foro Italico, proseguire il lavoro così è stato bellissimo, pura fotta.
ADB In questi ultimi anni hai avuto non pochi infortuni. I postumi si fanno sentire più nel lavoro o nello skating?
IN Nel lavoro sicuramente, perché a skateare una volta che la tua mente è tranquilla e sei consapevole del tuo corpo non ne risenti troppo. Conviene pensare di più a quello che fai e non lanciarsi a caso, ma tolto questo non cambia molto. I movimenti che fai skateando son i tuoi movimenti, non sono gli sforzi e le trazioni ripetitive che fai lavorando in cantiere con gli attrezzi. A Carmignano le prime volte che usavo la cazzuola poi di notte non dormivo perché avevo il gomito che mi hanno operato in fiamme. Aver un po’ più di muscoli addosso e imparare a fare i movimenti giusti sicuro aiuterebbe.
ADB Te odi il freddo ma quando i cantieri cadono in periodi inadatti il clima con cui si lavora diventa spesso un problema. Tra fare cantieri con il caldo o farli con il freddo cosa preferisci?
IN Per skateare voglio il caldo, se ci son più di 20 gradi ho meno dolori e skateo meglio, ma per lavorare meglio il freddo, tanto poi ti scaldi. Anche perché per curare meglio il cemento preferisco avere troppo tempo piuttosto che troppo poco.
ADB Tra lisciare i quarter e skaetarli qual’è la cosa che ti manca di più quando non la fai per un po’?
IN Eh ora che è da un bel po’ che non liscio un quarter ti posso assicurare che mi manca un botto. Però forse vince ancora lo skating e lo vedi dal fatto che anche dopo che prendo le coppe e dovrei starmene fermo un po’, il più delle volte finisco per fregarmene e vado a skateare anche con il dolore.
ADB Ti conosco abbastanza bene da sapere che non fai mai troppi piani, però quali sono le prossime esperienze che vorresti fare?
IN Voglio costruire più roba possibile e poi andare a fare skatepark in qualche posto remoto e inaspettato. Ho visto delle foto della gente in Ghana che si costruisce strutture in cemento facendo centine di mattoni. Vorrei unirmi alla compagnia di WondersAroundTheWorld.
ADB Ultimi saluti e ringraziamenti?
IN Saluto i boys di Torino e gli amici in giro, ringrazio la mia famiglia, ringrazio Ludo Patti che è stato il primo a portarmi in giro a skateare, ringrazio chi mi supporta, ossia Skateboarding’s Finest, Vans e Playwood. E grazie Albi che fai questo e altro.
ADB Com’è avere Icaro in cantiere? Si sbatte tanto quanto parla?
NELZI Lavorare con Icaro è come unire 40 anni di distanza, io mi sento un ventenne e lui assorbe l’esperienza di decenni. Per noi è sempre una festa quando si fanno rampe, non lo abbiamo mai considerato un lavoro ma un’opportunità per stare assieme e magari farci qualche viaggio. Sento in lui una gran voglia di fare e di imparare e quando riusciamo ad incontrarci queste informazioni passano naturalmente.
DANI Icaro Nardi? Il Fre? Spacca perché ancora prima di aver finito la pannellatura del quarter più incazzato che avete costruito insieme, a fine giornata ci ficca dei trick senza senso. Spacca perché domanda prima di agire, con intelligenza. Spacca perché persegue la precisione fino all’esaurimento nervoso. Spacca tutto insomma. Comunque state chiedendo il feedback alla persona sbagliata: il Fre è il mio idolo da quando mi sparava in faccia i Fs Feeble al Bonassodromo, quando aveva... 11 anni?
ALE Icaro ha un entusiasmo, una voglia di fare e di sbattersi che ho visto in pochi, a volte anche un po’ troppo. Non l’ho mai visto stare zitto, ma lavora come un mulo, quindi non ci possiamo lamentare.
Albi da quindici anni cerca di rendersi utile nello skateboarding, occupandosi di filming e costruzione di skatepark. Ogni suo trick chiuso è frutto di una battaglia. Se vi chiede di filmargli un trick su un china bank, scappate.