Samurai Safarii
Foto: Federico Casella, Giovanni Grazzani, Chris Pfanner Testi: Giovanni GrazzaniEsco dai supermercati sempre con le solite cose. Km quadrati di supermercati ed esco sempre con le solite quattro cose e vagonate di birra. Ma vuoi non avere voglia dell'ultima birra mentre gli altri sono in tenda e il fuoco va ancora?
Il casino che c'è nel Caddy, la Volkswagen che ci porta in giro, è un serbatoio di speranza. Se cerchi bene una birra la trovi sempre. Calda, ma se hai voglia di cercare di sicuro una la trovi. Mattia Turco ogni mattina cerca di riordinare il Caddy come se volesse arginare il suo caos, non ci riesce e si incazza perché il Caddy è come il suo cuore.
Nei supermercati il safari lo fanno le persone che stanno facendo la spesa insieme a noi. Ci osserviamo a vicenda. Si ritrovano a stretto contatto con animali in libertà, mentre io guardo nei carrelli per farmi i cazzi loro, cercare di capire le loro abitudini. I supermercati hanno i cessi più puliti dei bar.
Finita la spesa si va in spiaggia nel buio accecante dei fari delle nostre macchine, si montano le tende in posti invisibili finché non sorge il sole. Nel buio siamo al sicuro.
Mattia arriva con un melone tagliato mentre qualcosa sul fuoco è già pronto. Offre a tutti una fetta. “Dai che sennò va a male”. È tutto irripetibile fino alla notte successiva. E ogni sera per qualche motivo c’è un melone che deve andare. Ogni sera è così preziosa che piglia male raccontarla perché sembra sciuparla.
Poi arriva il giorno. Nel corso della mattinata comincia la routine degli ombrelloni dei vacanzieri. È ora di levare le tende e cercare un bar per fare colazione, caricare batterie, inviare mail, stare al Mac un’ora e poi scegliere il primo spot dal menù offerto dalla conoscenza enciclopedica di Jacopo.
Ognuno ha la sua guerra, lo spot è un mostro da sconfiggere, ma non sei solo.
Jacopo si siede nel posto del passeggero di fianco a me nel Caddy. Davanti al suo sedile ha così tanta immondizia che è costretto a tenere le gambe rannicchiate. Mattia gliel'ha fatto notare una volta, mi sembra che gli abbia risposto: "Diobò!". Ogni tanto mentre guidiamo verso lo spot Jacopo mi dice il trick che dovrei fare. Spesso non gli rispondo, mi sudano le ascelle e inizia il rituale che ci rende tutti uguali. Ognuno ha la sua guerra. Come dice Mauro Caruso lo spot è un mostro da sconfiggere, ma non sei solo, c'è il fotografo, il filmer e tutta la crew che ti supporta. Ognuno vuole arrivare la sera in spiaggia con le proprie battaglie vinte per celebrare un'altra giornata unica.
Tito Colica ogni sera prima di addormentarsi si lamenta di non avere un sacco a pelo e nemmeno una tenda. E ogni giorno si dimentica di comprarli. Era entrato in un loop implacabile, eroico e divertentissimo. Si è fatto tutto il tour a dormire sulla sabbia coperto da un asciugamano.
Una sera eravamo in chissà quale spiaggia. Ero seduto vicino a Chris Pfanner e stavamo fissando chissà da quanto le salsicce sulla griglia. Sai cosa darei per avere tutto questo, gli ho detto. Qualsiasi cosa. E pensa che è gratis.
Mi sembra di essere in giro da diverse vite, ognuna così diversa dall'altra ma Simo Verona c'è sempre stato. La sua disciplina è irraggiungibile e fonte di ispirazione per tutti. I ragazzi lo venerano. Non sa nemmeno quanto è importante per tutti noi. Sono troppo orgoglioso di lui quando mi accorgo del rispetto che hanno i boys nei suoi confronti. Tutti gli spot si sono inchinati alla sua volontà. Ha skateato più di tutti ed ha fatto trick incredibili. Ho imparato tanto da Simo. Non ho imparato a skateare purtroppo ma a trattare le persone con attenzione, avere rispetto di tutti, ascoltarli tutti e non fidarmi di nessuno. Che poi forse sta roba non l'ha detta il Simo, forse l'ho letta in un post di Guè Pequeno. Forse hanno qualcosa in comune Simo e Guè.
Per quanto mi riguarda il trick più peso che ho fatto è stato convincere il proprietario di un acqua park vicino a Bari a farci skateare gli scivoli della sua struttura. Gli ho raccontato una valanga di cose psichedeliche ma vere. Non ha avuto scampo, ci ha aperto le porte per una session privata epica.
E' stato un gran colpo a scapito di nessuno. Non abbiamo fatto danni. I ragazzi erano felicissimi e io più di loro. L'abbraccio di Martino Cattaneo usciti dall'acqua park è stato importante. Jon Wolf ha filmato il footage più esotico del viaggio e Fede Casella ha scattato delle foto incredibili.
Mi dovrei dare un aumento cazzo.
Forse ci sarebbe da scrivere un libro Fede, la casa editrice ormai ce l'hai... stasera magari ti mando qualche altro pensiero intanto fammi sapere se sta roba è leggibile.
Non ho più tempo di scrivere e non riesco a citare tutti nell'articolo. Ma sai come va al fronte. Sempre di corsa.
Giò è fondatore di Dumb Skateboards e Samurai Suicide distribution, skater e costruttore di skatepark, si destreggia tra il lavoro alla distribuzione e i cantieri e in mezzo va in tour nei luoghi meno esplorati d’Italia con la crew Samurai.