Fotta

È comunque tutto skate: intervista a Agus Aquila.

Foto: Federico Casella, Federico Tognoli Testi: Federico Casella

Agus Aquila, foto Federico Casella

FC   C’è una connessione speciale tra Argentina e Brescia? Sembra che la maggior parte degli skater argentini in Italia finiscano lì.

AA   Non so per gli altri, ma per me il link è stato sicuramente Sergio (Laferre n.d.r.), il mio coinquilino. Ci conosciamo da sempre, lui organizzava il circuito nazionale di contest in Argentina. Metteva in piedi due gare al mese e da quando ci siamo conosciuti ha iniziato a portarmi ad ognuna. Io avevo 13 anni. Poi lui si è trasferito in Italia e nel 2019 sono venuto a trovarlo. L’idea era di fare un eurotour e vedere qualcosa di nuovo. L’Italia mi è piaciuta subito tantissimo, poi mio nonno è siciliano ed ho sempre avuto il doppio passaporto. Quando Sergio mi ha chiesto se volevo provare a venire in pianta stabile non ci ho nemmeno dovuto pensare.

FC   Quindi parlavi già italiano?

AA   No, ho fatto un breve corso prima di venire e poi ho imparato qua, ascoltando musica, parlando in giro. Capire non è mai un problema, a volte parlare facendosi capire è più difficile, ma uso anche l’inglese.

FC   Dove si skatea in Argentina?

AA   Sicuramente la maggior parte delle cose succedono a Buenos Aires e a Mar del Plata, la città da dove viene Milton Martinez. Sono due città collinari con bei downhill, motivo forse per cui la gente che viene da lì skatea quasi sempre molto veloce. La maggior parte dei miei skater preferiti viene da questa zona.

FC   E in Sicilia non sei ancora andato?

AA   Non ancora, sono stato in Sardegna, ma mi han detto che non è la stessa cosa. Non vedo l’ora di andare! La descrivono come il paradiso in terra.

FC   E ora che sei in Italia dove vivi?

AA   Ho raccolto l’invito di Sergio e sto da lui. Viviamo in un piccolo paesino vicino a Brescia, in montagna.

FC   Invece in che tipo di situazione abitavi in Argentina?

AA   In realtà la situazione era molto simile. Io vengo da Olavarría, un minuscolo centro in campagna vicino a Buenos Aires. Abbastanza vicino da poter andare tutti i giorni a skateare in città, e abbastanza isolato per potersi godere un po’ di tranquillità. La metropoli mi piace, Buenos Aires è gigantesca e lì c’è tutto, ma per vivere preferisco la dimensione del paesino, dove tutti si conoscono.

La montagna per questo è perfetta. Qui l’aria è buona, non ci sono rumori e il panorama è splendido.

FC   Sei appena tornato dall’Argentina…

AA   Sì è la prima volta che tornavo da quando mi sono trasferito. È stato una bomba, non l’avevo detto a nessuno e quando amici e parenti mi hanno visto arrivare sono impazziti tutti. Sono andato a Natale, lì era estate e si stava benissimo: sole, spiaggia, bel tempo, i miei amici ignoranti che volevano portarmi sempre in festa…

Agus Aquila, Bs Smith Grind, foto Federico Tognoli

Agus Aquila, Fs Flip, foto Federico Tognoli

FC   C’è tanta festa lì?

AA   Un botto. È simile alla Spagna, forse ce n’è anche di più. Poi in Argentina skateano tutti, molti più che in Italia. Lì non c’è la bella vita che c’è da queste parti, ci sono diversi problemi legati all’inflazione, e i ragazzi hanno fame e rabbia. C’è chi la sfoga sulla festa e chi sullo skate. E chi, ovviamente, su entrambi.

FC   Perché voi argentini flippate la tavola veloce? È solo una mia percezione o è veramente così?

Hahaha non lo so, non so nemmeno se è veramente così, può darsi. Sicuramente gli skater brasiliani li cacciano veloce, questo è un dato di fatto.

Una ragione potrebbe essere che in Argentina non si usa l’acero, per fare le tavole di solito usano un altro legno che si chiama Guatambù, molto più pesante e con meno pop.

Ci sono anche le tavole americane, con gli shape belli e il legno buono, ma costano circa il triplo di quelle locali, e in pochi se le riescono a permettere.

Quando impari a skateare con tavole che non poppano e senza concave e poi provi una tavola “vera” i trick ti cambiano sotto ai piedi.

FC   È questo che vi aiuta a fare Flip-in in tutti i trick?

AA   Hahaha, sì è vero in Argentina si fa Flip-in In a manetta, forse è questo il motivo.

FC   Raccontaci il processo mentale di come approcci un rail grosso e l’uso della cera su questo tipo di spot.

AA   La cera si mette SEMPRE. E se ne deve mettere UN BOTTO. Per me fare un grind da un rail deve essere come fare un manny, e il manny deve andare. Io non sono bravo a fare i manny, quindi quella sensazione la cerco sui rail. Haha.

FC   Quando hai fatto 5050 e Lipslide a Savona (vedi Fotta, Numero 4: Focaccia e cappuccio), mi è gelata la schiena a passare la tavola sul rail. In grind non faceva nessun rumore…

AA   Meglio, vuol dire che l’avevo messa bene! Quando skateo i rail creo una lamina di cera. Ti obbliga ad attaccare il trick con precisione, e una volta attaccato, lo chiudi per forza.

FC   E quindi il rumore del grind non ti gasa? Il rumore che fa il muretto di Milano Centrale o quello che fa un bel pool coping?

AA   Sì ovvio che mi gasa, anche quella è goduria. È uno stile diverso dal mio, ma i trick rumorosi e lo skateboarding di transizione mi piacciono un sacco. Quando vado a skateare con Danny Galli skateo curve e mi diverto sempre un sacco. Non ho molti trick in rampa ma mi piace parecchio.

FC   Sta iniziando la bella stagione e tu stai finendo di riprenderti da una brutta scavigliata. Cosa combini quest’anno?

AA   Grazie anche al mio nuovo sponsor riuscirò a viaggiare di più (n.d.r. anche se in tutte le foto indossa DC, adesso Agus skatea per Cariuma). Il piano è quello di fare qualche tour, filmare una videopart in street, e soprattutto andare a Tampa, che è da sempre il mio sogno, mi sembra il più real dei contest.

Agus Aquila, Fs Tailslide, foto Federico Tognoli

Agus Aquila, Kickflip, foto Federico Tognoli

FC   E le Olimpiadi?

AA   A me piacciono, le ho sempre guardate. È un altro giro, più da atleti, ma è comunque figo che ci sia anche quello. Io sto facendo il circuito World Skate e mi piace abbastanza. È bello tutto quello che succede fuori dalla gara, andare a skateare in giro con i pro e imparare a conoscerli anche scesi dalla tavola. Queste esperienze mi hanno insegnato che skater come Nyjah non sono robot ma persone che si stressano, come tutti noi.

FC   Come ben sai io non faccio parte del mondo dei contest, e da fuori a volte sembrano tutti uguali. Te che sei dentro vedi le differenze?

AA   Sì, assolutamente. A me piace tantissimo World Cup, un circuito di eventi storici sparsi per il mondo, come ad esempio la Mystic Cup a Praga. Non fanno punteggio per la qualificazione alle Olimpiadi, come invece è per World Skate, e a questi eventi trovi tutti gli skater OG. Le maniere di organizzare le run e i punteggi variano da circuito a circuito, alcune funzionano, altre proprio no. In generale la cosa che preferisco di tutto questo è la possibilità di viaggiare il mondo e di confrontarsi con un livello di skateboarding altissimo (n.d.r. Agus è al momento 40esimo nel ranking mondiale per l’accesso alle Olimpiadi).

FC   Tornando alla videopart…

AA   Voglio fare una videopart in street nei periodi morti tra le gare. Soprattutto in inverno che non ci sono contest, vorrei viaggiare e filmare il più possibile.

FC   Preferisci filmare o fare i contest?

AA   A me piace skateare. In gara o in street è la stessa cosa, magari la pressione è diversa, ma per me è comunque tutto skate.

FC   Come mai non sbagli mai Flip Fs Lipslide dai passamani?

AA   Hahaha lo sbaglio, lo sbaglio. È solo un trick che non conviene mancare, rischi di perderci i coglioni. L’approccio è di andare veloce e crederci sempre tantissimo. Poi farlo è fighissimo, il feeling è pazzesco. Scavalcare il rail in Kickflip, aspettare il catch, attaccarlo… È uno dei miei trick preferiti.

FC   Tu sembri, e sei, una persona tranquilla. Non il tipo di persona che di solito skatea roba così grossa. Eppure eccoti lì in Nosebluntslide da quattordici scale, tranquillo e posato.

AA   È proprio questo che mi piace dello skate! Io sono sempre rilassato, ma quando skateo mi piace fare la roba che mi fa paura. Mi piace fare sempre one-up con me stesso, obbligarmi a fare il trick. Il prossimo step per me è il doppio kink. Ho fatto dritto-discesa e discesa-dritto, ma il discesa-dritto-discesa in street mai. Non vedo l’ora di trovarne uno. Comunque per rispondere, penso che la gente skatei o perché è fuori di testa o per non uscire di testa. Io forse lo faccio per non uscirci. È il bello dello skate, ognuno ha il proprio modo di farlo e i propri motivi.

Hanno collaborato a questo articolo
Federico Casella

Qualcuno l'ha definito l'ultimo intellettuale di sinistra di questo paese e puoi trovare il suo zampino più o meno dietro ogni aspetto di Fotta. Oltre che allo skateboarding si dedica alla musica e al giardinaggio.

Pubblicato a pagina 42 di Fotta numero 6 - maggio giugno 2023

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