Fotta

Piccole riparazioni

Foto: Pietro Arduino, Federico Casella Testi: Alberto Della Beffa

foto Federico Casella

Negli ultimi dieci anni, vuoi o non vuoi, un po’ per pigrizia, un po’ per non scavigliare, un po’ per dover ollare di meno, ho deciso di smettere di skateare i muretti. Sono dieci anni che quasi non ne tocco uno e il mio skateboarding è ormai relegato quasi solo ai piani inclinati. Quarterini e bank di ogni tipo sono diventati il mio habitat naturale. Se vogliamo essere precisi, il china bank di Piazzale Valdo Fusi a Torino è stato il mio principale laboratorio di sviluppo trick. Migliaia di ore buttate a provare idee di trick assurde di cui solo una piccola parte si è poi realmente manifestata (dopo qualche centinaia, a volte migliaia, di tentativi).

La mia sfortuna risiede nel fatto di vivere in Piemonte, una regione nella quale pare che gli urbanisti abbiano deliberatamente deciso di non costruire mai piani inclinati nello spazio pubblico. Questa situazione drammatica ha fatto sì che negli anni mi sia ritrovato a considerare la necessità di skateare degli spot tremendamente grezzi e malridotti.

La mia fortuna vuole però che qualche tempo fa, costruendo park di cemento in giro per l’Italia, abbia scoperto l’esistenza della Geolite 40, un materiale cementizio pensato per i bassi spessori, per quelle situazioni per le quali il cemento tradizionale risulterebbe troppo fragile. Questo materiale è adatto per la manutenzione di qualsiasi manufatto di cemento, quindi risulta perfetto per le crepe ed i buchi negli skatepark, oppure per fare le finiture a fine cantiere. Questa polvere va mescolata all’acqua fino ad ottenere un mix denso più o meno come un buon purè di patate. Questo mix poi lo si spatola sulla superficie da sistemare, e dopo aver atteso qualche minuto per farlo tirare, lo si riesce a lisciare abbastanza bene, quasi come un getto di cemento normale, con la differenza che l’intero processo, dura appunto, al massimo quaranta minuti.

foto Federico Casella

Abbiamo recentemente adoperato questa tecnica di lisciaggio su quello che probabilmente è l’unico china bank spot a Torino: un piano inclinato di cemento di 37° di inclinazione, risalente verosimilmente agli anni Settanta, grezzo a livelli imbarazzanti, pieno di buchi, privo di alcun tipo di raccordo alla base e con lo spigolo in cima spaccato e pieno di piante che ci crescono dentro.

Con china bank si intendono tutti i bank tra i 30° e i 45° di inclinazione.

Il termine proviene dallo storico spot di banks a Chinatown, San Francisco.

foto Federico Casella

Questa era la situazione di partenza. Ma immaginare di poter avere uno spot con quella forma, skateabile, a Torino (e non solo a Copenaghen) faceva troppa gola e quindi assieme ad alcuni compari torinesi ci siamo infottati. Un’ora di giardinaggio a strappare piante e radici è stata necessaria anche solo per ritornare a vedere lo spot nella sua interezza, poi una bella session di spazzola di ferro e scopa è servita a liberare le fughe ed i tanti buchi dalla terra. A questo punto lo spot era pulito e pronto per iniziare il makeover. Abbiamo iniziato spruzzando un po’ d’acqua sul vecchio cemento per far aggrappare meglio il nuovo materiale e con la Geolite 40, mescolata all’acqua (conviene farne poca per volta per aver tempo di lavorarla come si deve) fino ad ottenere un mix denso, abbiamo tappato prima i buchi più profondi, poi abbiamo rifatto lo spigolo e abbiamo raccordato la base per rendere lo spot più amichevole. Infine per concludere il restauro abbiamo spalmato una sottile patina su tutta la superficie centrale del bank. Una volta spalmata tutta la Geolite con la cazzuola, l’abbiamo lasciata tirare per qualche minuto e quando era già iniziato il processo di indurimento, l’abbiamo lisciata con la spatola americana in tre passate fino a che non si è completamente asciugata.

Per spatola americana si intende la cazzuola comunemente usata per lisciare le piscine. La sua forma tondeggiante e il manico corto le permettono di flettersi al meglio e aderire alle transizioni.

foto Federico Casella

Particolarmente importante è stata la lisciatura del nuovo spigolo, che doveva diventare la parte più dura e liscia per poter reggere le grindate. Sempre per questo motivo, il passaggio finale dell’intervento è stata la smaltatura dello spigolo. Un comunissimo spray acrilico ha fatto il lavoro in maniera onesta, ma se uno volesse andare proprio sul sicuro, una verniciata con resina epossidica bicomponente assicurerebbe una durata maggiore. Fatto ciò, lo spot era ormai pronto, ma per far indurire tutto bene abbiamo aspettato una mezz’oretta in più, occupando il tempo con una prima session di claim-boarding, quell’attività che consiste nel guardare uno spot e skatearlo “a parole”, necessaria per teorizzare i trick che sarebbe stato bello chiudere. Poi abbiamo provato a manifestare alcune idee e le foto in queste pagine sono il risultato della prima di una lunga serie di future session.

Alla fine abbiamo ricreato il china bank di Piazzale Valdo Fusi in street, stessa altezza e stessa inclinazione. Ora so dove andare a filmare i trick se sono a Torino.

foto Federico Casella

Pepe Tirelli, Gap to Fs Nosebluntslide, foto Federico Casella

Hanno collaborato a questo articolo
Alberto Della Beffa Fotta profile avatar SVG illustration of Alberto Della Beffa (Albi). Alberto Della Beffa

Albi da quindici anni cerca di rendersi utile nello skateboarding, occupandosi di filming e costruzione di skatepark. Ogni suo trick chiuso è frutto di una battaglia. Se vi chiede di filmargli un trick su un china bank, scappate.

Pubblicato a pagina 10 di Fotta numero 6 - maggio giugno 2023

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