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DUMB: vent’anni di skateboard business

Foto: Simone Verona, Federico Casella, Alberto Della Beffa, Giovanni Grazzani, Federico Tognoli Testi: Redazione

Simone Verona, Fs Rock, foto Federico Casella

FC   Dumb è Giovanni Grazzani, e sicuramente Giovanni Grazzani è Dumb. Non c’è modo di scindere il concetto dalla persona: lui è il fondatore, il capitano, la faccia. Ma chi lo conosce bene sa che se in qualche maniera le cose funzionano è perché dietro a ogni sua mossa c’è Simone Verona, il grillo parlante sulla spalla di Gio - e spesso anche il diavolo tentatore. Se la fotta scendesse dal cielo e si incarnasse in un essere terreno, quella persona sarebbe Simo, il mulo per eccellenza e forse l’unica persona in grado di contare sulla punta delle dita all’interno della variopinta crew Samurai.

Infiniti sono i momenti che mi hanno segnato nella storia di Dumb, a cui sono orgogliosissimo di poter partecipare e di aver partecipato. Sforzandomi di sceglierne uno per introdurre l’intervista a due delle mie persone preferite nello skateboarding italiano (e soprattutto nella vita), mi è venuto in mente.

Era il giorno della premiere del video dei quindici anni di Dumb, e la serata cadeva proprio durante l’inaugurazione dell’Ottone, la bowl che trovate sulla copertina di Fotta Numero 13. Il Wellington Pub di Lodi - dove Giovanni al tempo viveva e lavorava, dormendo in magazzino e lavandosi con l’acqua fredda nel cortile - stava per ospitare centinaia di persone della scena. Un irish pub da manuale, con i muri pitturati di verde e ricoperti di targhe, quadri, coppe, ninnoli e mensole stracolme di cazzate varie. Gio era convinto che ci fosse un muro bianco per proiettare il video, non serve nemmeno dire che non c’era. Ma Gio è tanto disorganizzato quanto intraprendente, e la sua presa bene è molto più che contagiosa.

Così, invece di frustrarsi e abbandonare, ha urlato in strada fino ad intercettare la signora del piano di sopra, che ci ha gentilmente calato giù un lenzuolo steso. Un coprimaterasso elasticizzato, quelli che quando faccio la lavatrice con la mia compagna chiamiamo “il sotto”, quelli che inevitabilmente non staranno mai dritti. E così, tra pieghe, grinze e sbavature di cotone, abbiamo proiettato il video. La metà dei trick era nascosta tra i panneggi, eppure quella è stata una delle premiere più bella della mia vita.

Ecco, partiamo da qui, dal caos organizzato, dall’amicizia, dall’inventiva e dalla fotta: incontriamo Giovanni e Simone per capire cosa significa davvero portare avanti un progetto come Dumb.

Icaro Nardi, Fs Smith, foto Alberto Della Beffa

FC   Come e quando nasce Dumb?

SV   Nasce nel 2004, stiamo filmando il video dei venti anni (se non vi tornano i conti è perché sono vent’anni bisestili). Il “come” penso possa spiegarlo meglio Gio.
Io posso solo ringraziarlo per avermi tirato in mezzo praticamente da subito. Poi ovviamente Chicco (Enrico Di Paolo n.d.r.) che ha portato un’iniezione di fotta che ha arrotondato Dumb così bene che ora può rotolare senza fatica.

GG   Mi piaceva così tanto lo skate che non mi bastava usarlo, volevo viverlo a fondo. Forse per questo ho fondato la company. Poi ho trovato due matti come Simo e Chicco che si sono fomentati da subito e ci siamo fatti coraggio a vicenda.

FC   Negli ultimi anni il brand è forse passato un po’ in secondo piano rispetto alle varie cose che fate, che altro succede nel mondo Samurai?

SV   In secondo piano? Ma che sei difori?!

GG   Negli ultimi dieci anni sono capitate cose che hanno cambiato la nostra realtà in fantascienza, ma Dumb è stata sempre presente.

ADB   I marchi di tavole splendono di più nel primo decennio di vita, raramente oltre. Com’è che dopo vent’anni avete avuto la fotta di rilanciare nuovi rider ed un altro full length?

SV   Non abbiamo mai splenduto zi! Dev’esse questo il segreto! Poi Dumb è una buona scusa per tante cose, difficile farne a meno. È una sorta di jolly della motivazione. Se i nuovi rider sono nuovi amici ed il full length è cercare di filmare ancora qualche trick insieme, diventa tutto facile…

GG   Sì, la penso come Simo.
Non abbiamo mai splenduto è quello il segreto. L’insuccesso genera coerenza per qualche motivo in questo gioco.
La coerenza genera rispetto, che è l’unica cosa più importante dei soldi. I soldi li stiamo facendo con la costruzione dei park e possiamo investirli per fare full length, sostenere il team ecc…

FC   È vero che state usando più tavole di quante ne vendiate?

SV   Mostro non lo dire!

Se trapelano i risultati di questa recente analisi interna ci crolla il titolo in borsa!

GG   Ahahah ma come spaccano le risposte dello zio! Sì, Ale Pugliese che si occupa del lavoro sporco e dice che su cento tavole ne abbiamo vendute venti e usate ottanta fai te…

Simone Verona, Bs Hurricane, foto Federico Tognoli

ADB   Mi è sempre parso di capire che non ci siano ruoli precisi nell’amministrazione del marchio, come gestite il flusso di lavoro dietro la produzione di tavole e vestiario ed al marketing?

SV   Credo di poter dire: a caso. Tipo ho scoperto da te di recente che stavano per arrivare delle tavole nuove ehehe… Gio ha una fotta genuina che spesso non riesce a trattenere ma devo dire che è uno dei motori principali di Dumb e Samurai. Molte delle cose positive che abbiamo fatto è grazie al fatto che Gio non si è soffermato a pensare se era fattibile e conveniente: prima ha fatto partire l’idea e dopo abbiamo cercato il modo eventualmente di farla funzionare.

Mattia Turco, Tuck Knee, foto Simone Verona

GG   Non c’è amministrazione, non ci sono ruoli. Dumb è selvaggia ma c’è una cosa di cui sono certo, che mi da tanta forza. Lo skateboarding si nutre di scelte sconsiderate. Ogni euro speso per produrre tavole e fare tour prima o poi genera reddito.

ADB   Di recente ho accompagnato il Simo in un mini tour per chiudere dei conti lasciati in sospeso nel tour precedente e dopo tre battle incredibili siamo tornati vittoriosi. Gio, tu come spieghi che a 44 anni Simo abbia ancora questa dedizione suprema alla causa?

GG   Simo è da sempre uno scoglio nel mare in tempesta. Io sono sempre stato un po’ naufrago.
Davvero, penso che senza di lui non so dove saremmo. Forse a vendere i brigidini alle fiere di paese.
Il Simo non sopporta fare le cose tanto per farle, esige tanto da se stesso. Se deve fare qualcosa deve farla al meglio. Che si tratti di un trick o di un cantiere poco importa, poco importa se gli anni passano.

Adesso apriamo una catena monomarca Dumb nelle capitali globali e ci leviamo Supreme! Poi vedremo…

Simone Verona, Fakie Bs Tailslide 270, foto Alberto Della Beffa

ADB   Questo è senza dubbio uno dei momenti peggiori di sempre per l’industria dello skateboarding, i negozi faticano e la comunità si è ridotta parecchio. Voi come affrontate questa situazione e come tenete alta la fotta per andare avanti?

SV   Adesso apriamo una catena monomarca Dumb nelle capitali globali e ci leviamo Supreme! Poi vedremo…

GG   Samurai/Dumb è come un organismo vivente. Per sopravvivere attinge dove c’è più ricchezza per rimanere in vita: prima era distribuire Thrasher, ora ci sono i park. La fotta rimane alta a prescindere dall’industria.
Noi andiamo avanti per istinto di sopravvivenza.

FC   Negli anni avete raggiunto diversi traguardi importanti, tra park, distro e il brand. Di cosa siete più orgogliosi e c’è qualcosa a cui state mirando?

SV   Beh, Dumb è quella che ha dato origine a tutto quindi ha un posto speciale per me. Il fatto che poi sia nato tutto il resto intorno e che al momento sia anche il nostro lavoro è incredibile. Però, più che orgoglioso, direi che mi sento fortunato ad aver vissuto tutto questo skateboarding ed averlo fatto con le persone che fanno parte di Dumb e Samurai (e con “fanno parte” intendo anche quelle che non becchiamo da un po’. Per noi sono sempre parte della sturia).

GG   La cosa che mi rende più orgoglioso è che tutto sto caos genera buste paghe. Non abbiamo debiti con nessuno, mai chiesto prestiti in banca e chi skatea per Samurai/Dumb ha sempre tutto il materiale necessario per skateare, rimborsi spese compresi. Tutto questo grazie ai park ovviamente. Lo skateboarding è la matrice di ogni scelta o decisione: è così che prendiamo la mira.

La fotta rimane alta a prescindere dall’industria. Noi andiamo avanti per istinto di sopravvivenza.

Mattia Turco, Fs Wallride, foto Alberto Della Beffa

FC   Adesso il vostro tempo lo passate tendenzialmente a costruire park e fare tour, mentre quando tornate a casa ognuno dei due si mette a costruirla. Vi stuferete mai dei cantieri e c’è una possibilità che Gio e Simo optino per una vita sedentaria?

SV   Fare i park è davvero bello, ma come tutti sanno, molto pesante… Se si continua a trovare il modo di ritagliare tempo per skateare ed andare in tour direi che si può proseguire ancora.

GG   Io sto optando per la vita sedentaria, in furgone. Ho comprato casa ma è un rudere e mi sta passando la voglia di sistemarla. È così bello essere homeless con la carta di credito in tasca.

Tito Colica, Fs Crooked to Fakie, foto Simone Verona

LZ   Quanto conta per voi il legame con la scena locale rispetto al riconoscimento internazionale?

SV   La scena italiana è cresciuta molto, forse una volta avevo più il sogno che Dumb non fosse considerata solo come una company italiana, mentre adesso sogno che in qualche modo possa rappresentare un po’ della bellezza della scena italiana anche fuori dai confini. Però anche continuare ad essere conosciuti a Lodi e dintorni va benissimo!

LZ   Quanto sono importanti i negozi di skate indipendenti per la sopravvivenza di un marchio come Dumb?

SV   Dal punto di vista commerciale non ne ho idea, per lo scambio di fotta tra noi e loro sono importantissimi. Ho bellissimi ricordi di premiere negli skateshop o di passaggi fatti a portare tavole e nel frattempo chiedere info di spot.

GG   Gli skateshop erano come i porti in cui approdare quando eravamo in tour. Ci davano supporto per spot, posti dove mangiare e dormire. Era il posto dove proiettare i nostri video, conoscere gente, fare festa etc.. Tutta questa roba faceva passare in secondo piano l’aspetto economico. Gli skateshop non hanno mai contribuito in modo importante economicamente, ma noi non abbiamo mai pensato di fare i soldi con Dumb.

LZ   Dumb è un marchio? Vi piace che venga definito così o preferite chiamarlo in un altro modo?

SV   La lascio a Gio che è più poetico!

GG   Sì, Dumb è un prodotto di denominazione di origine incontrollata.

LZ   Guardando indietro, c’è un video, un trick o un evento che per voi rappresenta meglio l’essenza di Dumb?

SV   Non so, ho così tanti bei ricordi che a sceglierne uno solo mi sento di farmi un torto…

GG   Mah, volare due volte a San Diego per filmare un trick mi pare abbastanza emblematico.

Lorenzo Sciannimanica, Roll On Fs 5050, foto Giovanni Grazzani

LZ   Qual è stato il tour più assurdo che avete fatto?

SV   Mi sa River Dumbsters, quello in canoa da Lodi a Venezia. Era tutto sbagliato, non sapevamo andare in canoa, la distanza era troppa, il tempo troppo poco, gli spot pochissimi. Abbiamo sofferto tantissimo e ci siamo divertiti ancora di più.

GG   Sì, sì, assolutamente il viaggio in canoa. Epic time.

LZ   Cosa significa per voi “skateboarding core”?

SV   Per me significa skateare per divertirsi.

GG   Ti giuro che me lo chiedo pure io.

LZ   Se doveste spiegare Dumb a uno skater 14enne che non vi conosce, cosa direste?

SV   Gli direi che è fortunato a non conoscerci e di continuare così! Ehehe

GG   è quella cosa che senti in pancia quando suoni i campanelli e scappi.

Icaro Nardi, Fs 5050 Grind, foto Simone Verona

LZ   Cosa succede nei prossimi venti anni di Dumb? Pensate mai a chi raccoglierà il testimone dopo di voi?

SV   Secondo me se iniziamo già a preparare il video per i 40 anni di Dumb magari stavolta riusciamo a finirlo in tempo! Comunque confido che Gio sarà infottato anche tra venti anni, altro che passaggio del testimone!

GG   Chi raccoglie il testimone, se ancora vivo, si assicuri di fargli testimoniare che non è stata colpa nostra, ci siamo solo trovati nella circostanza sbagliata.

Pubblicato a pagina 54 di Fotta numero 15 - settembre novembre 2025

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