Fotta

Little Soldier Ant. Intervista a Oto Svenķis.

Foto: Federico Casella Testi: Lorenzo Savoldi

Oto Svenķis, foto Federico Casella

LS   Ciao Oto! Presentati alla scena skate italiana e raccontaci quante volte hanno confuso il tuo nome chiamandoti Otto con due T.

Mi’ madre mi chiama Otto, però oggi mi sento Nove e domani speriamo Undici. Sono un forestiero, che come un piccolo fantasma skatea solo ogni luna piena.

LS   Sappiamo che ti piacciono molto i pasticcini. Ne avevi di così buoni a Los Angeles?

O   In America abbiamo i cannoli morbidi che costano 7,50 $ (e non otto). La più buona pasticceria a Milano nella scelta che offre è Lorini, il bignè al cioccolato è magnifico da Pattini in Porta Venezia, dove vado tre volte a settimana. Spendo minimo duecento euro al mese in pasticcini, ma non si vede perché sono magro e bello. Io vorrei trovare lo sponsor di un pasticciere. Perché io mangio bene. Non mi interessa una board company, o uno sponsor di vestiti. I vestiti li faccio meglio io. E anche Youth Club (ride). Anche io sono stra bello, quando entro dentro la pasticceria tutti mi dicono “hey”.

LS   Più pasticcini mangi e meglio skatei?

O   Sì esatto, io ne mangio un botto, ma non è ancora successa questa roba di skateare meglio, continuo a provare. Un giorno arriverà.

Oto Svenķis, Wallride Rock to Fakie, foto Federico Casella

LS   C’è un’analogia tra alta pasticceria e alta sartoria?

O   Alla fine tutto dipende dal tuo gusto, se non provi o non metti mai, non lo so, una roba di alta sartoria, come se non mangi mai un buon pasticcino, non sai mai cosa ti perdi. Se non provi il bignè in tutti i posti non troverai mai quello perfetto. La bellezza di un bignè buono, la bellezza di una spalla milanese, è simile. Tutte e due sono una cosa che non puoi vivere senza ma è meglio vivere con. Io sono goloso eh, adoro di mangiare tutti i dolci. E così, io vado alle pasticcerie per fare un score, per valutare. Devi sempre prendere un bignè, cioccolato o crema, un cannolo, e un wild card. Il terzo che trovi solo in quel posto. E così capisci se è una buona pasticceria.

LS   Cos’è la spalla milanese?

O   È un tipo di spalla per le giacche, la più bella in Italia. È alta e in confronto alle altre spalline ha più struttura, ha un rollino dentro che mantiene la forma. È uno stile di Milano, ho imparato a farla qua. È il motivo per cui sono venuto a vivere qui.

LS   Frequenti la scena punk milanese, sei stato a concerti di recente?

O   Sì, sono appena stato a un concerto, a Villa Vegan. Cane di Lupo e non mi ricordo bene chi. Questa volta è stato figo, ma prima c'era tanta gente che solo va e fa così, guarda e non fa niente. E devi essere un po’ aggressivo

LS   Il punk lettone è figo?

O   Sì spacca, anche death metal di Lettonia spacca un sacco, perché è freddo e si beve di più. Poi a Los Angeles quando vai a un concerto vedi sangue, qui se uno ti spinge, è problema. Ma Milano moda…

Oto Svenķis, Bs Nosepick to Bs Disaster, foto Federico Casella

LS   Te lavori nella moda

O   In realtà faccio sartoria, alla fine io lavoro con le mie mani, ed è anche una roba di nicchia, non è moda. Io sono contento: non mi serve un computer o la tecnologia, per il lavoro e guadagnare mi bastano queste.

LS   Quindi, ritornando al discorso di prima, gli italiani non sanno fare punk?

O   No no, non voglio dire così. Voglio dire, meno male che c’è una scena qui. E io sono forestiero, è bello andare ai concerti e vedere che la gente è gentile e vuole parlare con me. Spacca. È una scena con tanta più tenerezza. Tutti sono belli.

LS   Sei mai andato in completo a un concerto punk? Com’è essere il più elegante del pogo?

O   Sì, una volta ero a un colloquio di lavoro, è andato bene, e per festeggiare sono andato al concerto vestito così. Non lo so, è una sensazione… normale. Comodo? Normale. È stato bello che una ragazza per parlare con me mi ha tirato dalla cravatta. Le ho detto “Oh ciao”.

LS   E le biciclette?

O   Io ho tre bici, sono fissato. Sto costruendo uno scatto fisso, ho speso il mio primo stipendio qui in scatto fisso e sono entrato nel buco che spendo solo denaro, spendo soldi e butto soldi. Ho preso una bici corsa, ma devo aspettare due anni ancora per finirla. Prima, quando abitavo fuori Milano facevo undici chilometri per venire e undici per tornare. Ubriaco eh.

LS   Mi ricordo quando uscivi dai concerti e dovevi farti undici chilometri…

O   Sì anche per vomitare, se mi fermo a vomitare cado per terra e rimango lì. Non ho una scelta, io DEVO continuare e andare a casa, vomito a casa, meglio.

LS   Cos’è il Manifesto del Soldato Formica.

O   Io sono una piccola formica (Oto è alto due metri n.d.R.) in un grande mondo. È nato da una skateata con un mio amico a Los Angeles. Ha trovato una formica sul suo cappellino e mi ha detto che avrebbe voluto essere forte come lei. Io gli ho risposto che sono forte come un Little Lonely Soldier Ant. Quindi io sono un Soldier Ant perché vado a lavoro, torno a casa, mangio per nutrire il mio corpo sempre con un pugno chiuso e serrato perché domani è rinascita mentre oggi è stato allenamento.

LS   C’è qualcosa che unisce le tue due passioni skate e sartoria?

O   Non c’è una connessione perché una è destino e l’altra è un dovere e magari tutti e due.

LS   Quando skatei vestito a modo ti senti più infottato?

O   No, perché sono sempre vestito bene, ma skateo comunque male.

LS   So che sei alla ricerca di una macchina da cucire (Oto cuce a mano n.d.R.). L’hai trovata?

O   Si, l’ho trovata. Ho affittato un Doblò per andare un’ora fuori Milano con la mia compagna ma tornato a casa dopo dieci minuti ho rotto tutto, mi è caduta dal tavolo e ha spaccato pure le mie piastrelle.

LS   Ok Oto. Grazie delle tue sagge parole. Vuoi salutare qualcuno?

O   Si. Lolita di Roma anche Alex, Simone e tutti gli altri cari amici: Youth Club, il Teso, mi’ Madre, Piero Ciampi e tutti i soldati formica del mondo.

Oto Svenķis, Bs Smith Slash, foto Federico Casella

Pubblicato a pagina 22 di Fotta numero 4 - novembre dicembre 2022

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