Spritz, tramezzini e cozze: Youth Club a Venezia
Foto: Ramon Zuliani Testi: Oto SvenkisL'idea di fare un tour è nata da Lorenzo Savoldi e Ramon che ha proposto un tour delle isole abandonate per fare una cosa a Venezia che nessuno prima ha fatto.
Meno di una settimana prima della partenza però, durante lo spot hunting si sono resi conto che non c'era quasi niente skatebile sulle isole. Il tour era già organizzato e i biglietti già presi, così tutti sono comunque arrivati a Venezia. Agu, pingu, savoldi da milano… Ruben da torino, Silvestri e Simone dall capitale. Falito il piano iniziale e la necessità di portare a casa i clip, la pesante realtà di skatare in venezia e stata scoperta. Una cosa sequestrata tra i sentimenti di dovere per skateare a Venezia è saltata fuori. Una realtà sequestrata tra la voglia di fare dei trick e quella di rispettare la storicità del luogo, dell’ombrello d’europa. Come ho sentito i primi giorni sono andati bene tra tanti spritz (bianchi non ancora), bestemmie e bei giri, anche se la forte pressione esercitata dagli abitanti del posto ha reso ogni session difficile.
Quando sono arivato, la penultima sera i regazz mi hanno raccontato che il giorno prima era stato un disastro. Mentre skateavano il basamento di un monumento a Venezia è arrivata una dozzina di persone alcune con rispetto, altri senza. Tra passanti infastiditi e ultras che urlavano ed erano pronti alle botte, è arrivato anche un ragazzo che si è presentato come il restauratore che aveva appena sistemato il monumento, e quindi il muretto, pregandoci gentilmente di non skatearlo e di non sputare sopra il suo lavoro. Dopo tante situazioni così tutti ci sono rimasti un po' male però la voglia di essere insieme e l’amicizia ha sopravisuto.
Mi sembra che i problemi e fastidi peggiori fossero causati da ultras e pendolari, che vivono fuori Venezia però parlano come se la città sia in loro tasca.
La mattina ho fatto un bagno a lido, poi ho preso un spritz bianco e 2 trammezzini. Pronto per la giornata, abbiamo incontrato Marc, un vero local, e bello dentro preseriare Venezia da i turisti, chi ha portato in barchino dal lido a Giudecca dove abbiamo trovato uno wall-ride e gap bello. Il gap per Agustin, i cui tentativi hanno svegliato una suora dall'altra parte del canale. Urlava. Lei voleva andare a dormire, un pisolino dopo pranzo, e noi facevamo troppo casino. Cinque minuti dopo Agu ha chiuso il trick, abbiamo benedetto un buon pomeriggio alla suora incazzata e siamo tornati sul barchino per prendere uno sprizzetto, tostino, birrettino, e tramezzino…Tutto è piccolo a Venezia. Un po' di sorsi e morsi e ci siamo rimessi in cerca di spot, facendo un giro vicino ad una scuola… non mi ricordo come si chiama (troppo spritz).
Pingu voleva fare un trick su quello muretto famoso sotto a quel ponte orrendo fatto da un architetto del cazzo (il Ponte di Calatrava, n.d.r.). Una cosa così raccapricciante in una città così bella, non riesco a capire. Quello spot è vicino alla stazione e c'è sempre un valanga di gente, turisti e caccabicchierii. E sapevamo che avremmo avuto pochi try prima che qualcuno iniziasse a schiaciare sassi. Mentre gli altri facevano lo spot check io sono andato a prendermi altri due tramezzini e uno spritz. Sono tornato per vedere Pingu provare tre o quattro volte… come la merda sulle mosche, e arrivato un tipo e ha iniziato a piangere, urlare, e pure spingere Ruben, che non aveva nemmeno la tavola, solo un flash. Ruben, che è un ragazzo gentile ed educato, chiedeva di non essere toccato, solo per farsi prendere in giro dal veneziano finto. Interviene Ramon dalla parte di Ruben e quattro dei soliti ultras che hanno iniziato a pisciare sulle scarpe quanto erano agitati. La situazione era molto tesa e sgradevole.
Loro hanno chiamato loro hanno chiamato i sbirri e noi abbiamo girato l'angolo e chiamato il barchino, scappando tra i canali come in un film. Io però pensavo solo ad altri tramezzini e cozze. Managia le cozze che fanno in questo posto, Al Portego, sono divine. Io volevo solo andare a mangiare le cozze, l’avrò detto almeno trenta volte quel giorno. Invece siamo andati ad un altro spot, vicino alla caserma dei pompieri. Con l’arrivo del buio siamo andati a bere spritz (io con la speranza di arrivare e mangiare cozze) in giro e così, uno dopo l’altro si è fatto tardi e il letto chiamava i nostri nomi. Abbiamo preso vaporetto per tornare al nostra casa a Lido. Così è andata la mia unica giornata di tour, una bellissima esperienza fatta di barchino, spritzettini, amicizia, tramezzini, e la speranza di cozze.
Io poi, ho scritto dal punto di vista di chi è arrivato solo per l’ultimo giorno.
Avreste dovuto chiedere a qualcun altro (la suora), personalmente sono andavo solo per farmi un bagno a lido e mangiare cozze.
Cordialmente,
Oto
Oto Svenkis nasce in Lettonia e cresce a Los Angeles. È venuto in Italia per imparare i segreti dell’alta sartoria dai grandi maestri. Lo puoi trovare nei mosh-pit dei concerti punk milanesi come nelle migliori pasticcerie del centro, e non è mai fuori luogo.