Fotta

Ticino: tanti spot, pochi orologi

Foto e testi: Federico Casella

Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù.
Orson Welles ne “Il terzo uomo”, 1949.

Johnny Lella, Kickflip, foto Federico Casella

Siamo in Svizzera. Il paese dove tutto funziona, tutto è curato, dove anche i (pochi) graffiti sembrano rispettare precise regole di composizione. Qui è tutto verde, i pomeriggi vengono passati o a fare passeggiate nel bosco o a sfilare con macchinoni costosi sul lungolago.

Da un primo sguardo non si direbbe, ma da queste parti si è sempre skateato, e anche forte. C’è una scena viva con spot di ogni tipo, forma e materiale, e local che spingono lo skateboarding in ogni maniera possibile.

A Lugano di solito ci si va per un weekend in barca, per una giocata al casinò, per un giro alle case chiuse, per nascondere dei soldi - insomma, le tipiche cose che si fanno in Svizzera. Palme, lungolago, macchine lucide, gente che cammina lentamente.
Una birra media in un bar costa otto franchi, un Big Mac menù ne costa venti. La vita di strada diventa complicata con un budget da marciapiede.

Gli spot però ci sono, un sacco, e tutti belli.
E anche la polizia, devo dire, non è malaccio. Sono arrivati quasi a ogni spot che abbiamo skateato, sempre tranquilli (se non quando erano attivamente gasati) e non hanno mai veramente interferito con le nostre session. Addirittura ci hanno fermato il traffico per farci prendere delle rincorse in pieno centro città. Gli skater locali erano più sorpresi di noi. Per quanto i luganesi si lamentino che non ci sono dimensioni per i giovani, ogni volta che passo da qui scopro realtà nuove e diverse.

Kevin Silva, Bs 360, foto Federico Casella

Efrem Sapienza, Roll On Sw Crooked, foto Federico Casella

La polizia arriva immediatamente, chiedendo scusa per la maleducazione del signore, complimentandosi per il trick, per il fatto che stessimo controllando incroci e macchine e per il fatto che “finalmente si vede qualcosa di giovane da queste parti”

Livio Gritti, Fs Heelblock, foto Federico Casella

Questa volta siamo stati ospiti di FuoriLuga, uno spazio nuovo vicino allo skatepark, dove vengono organizzati eventi culturali e feste, tutto dal basso. Abbiamo montato le tende nel loro giardino, che è anche il retro di un forno aperto (mi è sembrato) solo di notte, e con il quale ci siamo sostentati.

Bellinzona sembra uscita da una cartolina. Le mura medievali e i castelli sembrano la scenografia di un film che verrà girato il mese prossimo. Anche se tutto lo è, nulla sembra veramente antico. I supermercati chiudono alle 19:00 e noi non riusciamo ad abituarci a questa cosa. Ogni giorno ci rendiamo conto di essere senza cena mezz’ora dopo che tutte le serrande si sono abbassate e siamo costretti a ricorrere al Migrolino, il minimarket delle stazioni di servizio. Spezzo una lancia: i pezzi di carne marinata del frigo del benzinaio competono con i migliori tagli che si trovano a Milano - e in effetti i prezzi sono quelli. Abbiamo grigliato praticamente ogni sera. Gli italiani con costine, spiedini e salsicce, gli svizzeri con polpette di verdure. “No man, io non snacko carne, ma grazie lo stesso”. Gli skater che abbiamo incontrato qui sono quasi tutti vegetariani.

A Locarno siamo ospiti a casa di Fabio Emilcare e finalmente possiamo fare una doccia e una pastasciutta. Mentre aspettiamo che l’acqua bolla, Johnny (Lella n.d.r.) tira fuori la macchinetta per tatuare. Davidino (Veloci n.d.r.) decide che è il momento per il suo primo tatuaggio: una bella scritta Fotta con delle tende da campeggio. Sono onorato.

Locarno è stata la più ospitale delle città che abbiamo visitato. Skateando l’ingresso di una chiesa un matto esce sul balcone di casa sua e comincia ad urlare minacce e insulti in maniera scomposta e volgare. Raccogliamo subito la sfida, facendo iniziare una litigata a urli e grida in mezzo alla strada. “Chiama la polizia e smettila di romperci i coglioni!” gli dico tra un insulto e l’altro, cercando di comprare altri cinque minuti per il trick. La polizia arriva immediatamente, chiedendo scusa per la maleducazione del signore, complimentandosi per il trick, per il fatto che stessimo controllando incroci e macchine e per il fatto che “finalmente si vede qualcosa di giovane da queste parti”.

Alla fine, forse, quello che abbiamo trovato in Ticino non è solo una quantità imbarazzante di spot e una polizia stranamente amichevole. È una scena che esiste e resiste, anche senza troppo rumore. È lo scontro tra l'idea di ordine e di rigore che noi italiani abbiamo nei confronti dei nostri cugini d’oltralpe e quello che veramente viviamo una volta lì. La regola convive con l’imprevisto, lasciando spazio anche a del vero e proprio casino. Magari gli svizzeri non hanno avuto Michelangelo, ma lassù in mezzo ai laghi e ai boschi, c’è sicuramente di più che semplici orologi da cucù.

Tomaso Sereno, Bs Disaster, foto Federico Casella

Kevin Silva, Fs 5050 Bs Bigspin Out, foto Federico Casella

Tomaso Sereno, Bs 360, foto Federico Casella

Efrem Sapienza, Roll On Bs Nosegrind, foto Federico Casella

Davide Veloci, Bs Kickflip, foto Federico Casella

Jacopo Cervelli, Nollie In, foto Federico Casella

Samuele Guidi, Nollie Kickflip In, foto Federico Casella

Guarda il video Ticino di Alberto Della Beffa.

Hanno collaborato a questo articolo
Federico Casella

Qualcuno l'ha definito l'ultimo intellettuale di sinistra di questo paese e puoi trovare il suo zampino più o meno dietro ogni aspetto di Fotta. Oltre che allo skateboarding si dedica alla musica e al giardinaggio.

Pubblicato a pagina 49 di Fotta numero 14 - giugno agosto 2025

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